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Cosa si conquista con il trapianto di rene?
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Per prima cosa la libertà dalla dialisi poi migliora il benessere e viene consentita una vita piena di quelle possibilità che prima risultavano irraggiungibili.Lavorare,viaggiare,fare sport ecc.Con il trapianto migliora anche la capacità riproduttiva. Esiste un unico imprescindibile vincolo: quello di assumere regolarmente la terapia antirigetto.

Ci sono ripercussioni economiche dopo trapianto?
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Il trapianto di rene generalmente aumenta la capacità lavorativa ed il grado di riabilitazione per cui viene riconosciuta un'invalidità leggermente inferiore a quella del paziente dializzato. In qualche caso ciò potrebbe comportare la perdita di una pensione di invalidità; quando presenti patologie associate viene rivalutata la posizione.

Il trapianto di rene prolunga la sopravvivenza?
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La terapia sostitutiva con emodialisi ha raggiunto risultati notevoli considerando che circa 40 anni fa l'insufficienza renale cronica era una malattia mortale. La durata della vita di un paziente con insufficienza renale cronica non è ancora esattamente sovrapponibile a quella di un normale individuo.Uno stretto confronto tra le varie terapie sostitutive (emodialisi, dialisi peritoneale e trapianto di rene) è assai complesso, perchè spesso si tratta di confrontare pazienti in condizioni cliniche decisamente differenti. Infatti alcuni pazienti molto compromessi non possono essere sottoposti a trapianto, a fronte di un normale trattamento dialitico.Lo scopo principale del trapianto non è tanto quello di prolungare la sopravvivenza, ma di migliorare la qualità di vita. Proprio per questo la decisione del candidato deve essere consapevole.

Per quanto tempo può funzionare un trapianto di rene?
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Allo stato attuale non è sempre possibile che un trapianto di rene duri per tutta la vita del paziente infatti sono possibili e auspicabili i ri-trapianti.La probabilità che un rene trapiantato (cadavere) sia funzionante ad un anno è del 93%, dell'84% a 4 anni e del 60-70% a 10 anni. Nel trapianto da donatore vivente si ottengono risultati migliori. Con l'introduzione costante di nuovi farmaci la sopravvivenza dell'organo e del paziente è comunque destinata ad aumentare ulteriormente.

Cosa accade quando il trapianto smette di funzionare?
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Purtroppo si riprende la terapia sostitutiva (emodialisi o dialisi peritoneale). Nella maggior parte dei casi, comunque, la funzione renale declina lentamente e si ha tutto il tempo per prendere in considerazione una reimmissione in lista di attesa per un ulteriore trapianto.E'chiaro che questo dipende dalle condizioni generali di ogni paziente e deve essere valutato insieme ai Medici del Centro Trapianti e del proprio Centro Dialisi. La terapia immunodepressiva viene ridotta gradualmente fino alla sospensione. L'opportunità di rimuovere (espiantare) il rene dipende dalla comparsa o meno di sintomi (febbre, dolore, ematuria ecc.).

Quali sono le cause di perdita del rene?
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Le cause di perdita del rene sono molteplici Nel primo periodo può maniferstarsi un rigetto acuto che generalmente si presenta con febbre, riduzione della diuresi, dolore nella sede del trapianto e con l'aumento della creatinina a livello ematico che può essere anche l'unico segno.Con gli attuali farmaci il rigetto acuto è poco frequente e quasi sempre trattabile se diagnosticato tempestivamente. Nella fase tardiva i fattori coinvolti nella perdita del rene sono molteplici: danno immunologico, tossicità da farmaci, nefropatia virale, dislipidemia/aterosclerosi, ipertensione.In questa fase mancano i sintomi soggettivi e la prevenzione legata esclusivamente ai controlli clinici, laboratoristici e strumentali.

Cosa si può fare per evitare di perdere il rene?
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E' fondamentale che il paziente trapiantato assuma costantemente, scrupolosamente ed esattamente la terapia antirigetto, sempre, anche dopo molti anni dal trapianto. Ciò riduce significativamente il rischio di perdere il rene per rigetto. Secondo molti studi inoltre la probabilità di perdere il rene viene ridotta da un accurato controllo dei valori pressori, che andranno misurati molto spesso e trattati in modo da non superare valori medi di 140/80 mmHg. E' bene evitare obesità ed iperlipidemia e fare regolarmente i controlli prescritti.