Il trapianto da donatore vivente presenta indubbi vantaggi rispetto a quello da cadavere permettendo un migliore grado di compatibilità, un minore tempo di attesa e la possibilità di scegliere il timing chirurgico ideale per il ricevente; vengono inoltre limitati i danni causati dalla conservazione dell'organo.
La donazione da vivente è consentita tra consanguinei. Nel caso in cui il ricevente non abbia consanguinei disponibili o idonei alla donazione, quest'ultima è possibile anche da donatori non consanguinei (legge 458, 26 Giugno 1961).
Il trapianto da donatore vivente non può prescindere da un'accurata selezione del donatore che tende a minimizzare i rischi connessi alla donazione ed a garantire il massimo beneficio al ricevente. L'accertamento di idoneità del donatore deve quindi comprendere una scrupolosa valutazione clinica, di laboratorio e strumentale che miri ad escludere patologie misconosciute ed a confermare la perfetta funzionalità di ambedue i reni.
Per ridurre al minimo i disagi per il donatore, il percorso clinico-diagnostico viene completato durante un ricovero ospedaliero di 7 giorni.
Presso il nostro centro la nefrectomia nel donatore viene eseguita preferibilmente per via laparoscopica che consente di ridurre il dolore post-operatorio, la durata del ricovero ed i danni estetici favorendo una precoce ripresa dell'attività lavorativa.